CRONOLOGIA
1791
Giuseppe Gioachino Belli nasce a Roma il 7 settembre da
Gaudenzio Belli e da Luigia Mazio. E' il primogenito di quattro figli. La
famiglia paterna "si era procacciata qualche stima e fortuna con la
professione dell'arte de' computisti": professione alla quale non si
sottrarrà neppure il poeta.
1798
Alla proclamazione della Repubblica dei Francesi, i
Belli sono costretti, per ragioni politiche, a riparare a Napoli. A Roma,
intanto, vengono confiscati i beni di famiglia.
1800
Caduta la Repubblica Romana, a risarcimento dei danni
subiti, Pio VII offre a Gaudenzio Belli un incarico ben remunerato a
Civitavecchia. Nel marzo la famiglia Belli si riunisce. Per due anni casa
Belli si trasforma in un "salotto mondano".
1802
Il 25 marzo, in seguito a un'epidemia di tifo esantematico ( o petecchiale
), muore
il padre. La famiglia Belli rimpatria a Roma. La madre è costretta a fare
lavori di cucito per provvedere ai tre figli ( il quarto nascerà di lì a
poco).
1805
Il poeta esordisce quattordicenne con delle ottave e un
sonetto in lingua. Tra il 1805 e il 1816 compone 103 poesie in lingua, di
cui 72 sonetti.
1806
La madre sposa in seconde nozze l'agente di borsa
Michele Mitterpoch.
1807
Muore la madre. Il Belli viene ospitato dagli zii
paterni. Deve abbandonare, per un impiego, il Collegio Romano che
frequentava dal 1804, lasciando così incompiuti gli studi.
1810
Collocato ben presto a riposo in seguito all'annessione
delle province all'Impero francese, studia l'inglese e il francese (lingua
in cui scriverà correttamente) e si interessa di fisica e di chimica.
L'apprendimento delle lingue gli permetterà di leggere e tradurre testi
che tanta parte avranno nella sua formazione intellettuale (tra gli altri
Voltaire e Rousseau).
1813
Lascia la famiglia Poniatowsky, dove lavorava da due
anni come segretario del principe Stanislao (nipote del re di Polonia), e
impartisce lezioni private. L'imminente caduta di Napoleone crea dissensi
in seno all'Accademia Ellenica (di cui il Belli era membro da due anni)
filofrancese: da una scissione nasce il 9 aprile l'Accademia Tiberina, il
cui scopo principale è quello di occuparsi di studi storici su Roma. Vi
fanno parte, oltre a Belli, il suo amico più caro Francesco Spada,
Gabriele Rossetti, il futuro Gregorio XVI e il principe di Metternich. Qui
il poeta fa frequenti letture dei suoi lunghi componimenti poetici.
1816
Il 12 settembre sposa Maria Conti, vedova del conte
Pichi, conosciuta all'Accademia. la moglie gli assicura un periodo di vita
agiata e serena. Il Belli si impiega all'ufficio del Bollo e del Registro.
1817
Nasce la primogenita Felice Luisa, che muore due anni
dopo. In questo periodo il poeta inizia i suoi viaggi per l'Italia. Nel
corso di essi si recherà più volte a Milano (negli anni 1827-29) dove
avrà modo di accostare da vicino la poesia di Carlo Porta che molto
influenzerà la sua ispirazione.
1822
Conosce la marchesina Vincenza Roberti (Cencia) alla
quale si lega d'affettuosa amicizia, testimoniata da un fitto carteggio e
da un canzoniere amoroso di stampo petrarchesco.
1824
Il 12 aprile nasce il figlio Ciro. Il Belli continua i
suoi viaggi per l'Italia. A Firenze conosce Pietro Giordani e frequenta il
gabinetto Vieusseux. Nell'aprile comincia a redigere lo
Zibaldone (
"cahier" in 11 tomi di aneddoti, indicazioni bibliografiche,
notizie storico-scientifiche, storia delle religioni ecc. ).
1830
Inizia la creazione del grande poema di Roma che
prosegue senza interruzione fino al '36. Nel novembre muore Pio VIII;
gli succede Gregorio XVI. Il quindicennio del suo papato, non certo
all'insegna di illuminato progresso, rappresenta lo sfondo prevalente dei
Sonetti
belliani. Nei suoi confronti la satira del poeta sarà sempre
sferzante.
1837
Muore la moglie. inizia per il Belli un periodo triste
di cui è l'inizio l'inaridirsi della vena poetica. L'epidemia di colera
lo induce a fare testamento in cui dispone che i
Sonetti si
dovranno ardere.
1838
Nel frattempo ha stretto amicizia con monsignor Vincenzo
Tizzani, canonico lateranense, che lo convince a rientrare all'Accademia
Tiberina da cui si era dimesso dieci anni prima. (Ne diventerà presidente
nel 1850.) Il Tizzani è un uomo intelligente, ispirato da sentimenti
patriottici. A lui va il merito di averci conservato le carte belliane non
attuando il pur contraddittorio desiderio del Belli di distruggerle. In
questo periodo si verifica anche un accostamento del Belli alla chiesa.
1839
Pubblicazione di una raccolta di versi in lingua,
Versi
di G.G. Belli romano, promossa dal Tizzani.
1843-1847
Notevole ripresa della musa romanesca che coincide con
le condizioni di spirito tornate tranquille del poeta. Tuttavia la
proclamazione della nuova Repubblica Romana lo impaurisce, memore
certamente dei tragici avvenimenti dell'infanzia.
1849
In occasione del matrimonio del figlio Ciro compone
l'ultimo sonetto romanesco. E' dedicato alla nuora, Cristina Ferretti.
Egli non vedrà mai pubblicati i Sonetti, fatta eccezione per uno
solo, quello per l'attrice sua amica Amalia Bettini che uscì su un
periodico dietro sua approvazione. Il 13 maggio aggiunge una postilla al
testamento: in essa raccomanda al figlio di distruggere dopo la sua morte
i "versi in vernacolo e stile romanesco affinché non sian dal mondo
mai conosciuti siccome sparsi di massime, pensieri e parole
riprovevoli". (Pare temesse di nuocere alla carriera del figlio,
laureato brillantemente in giurisprudenza.)
1852
Nasce la prima nipote, Maria Teresa; nasceranno poi
Carlo nel '55, e Giacomo, nel '56. Gli viene affidata la mansione di
censore teatrale sotto il profilo della "morale politica",
mansione che esercita con reazionario vigore.
1859
Dopo lunga malattia, muore la nuora, a trentasette
anni. Altri lutti contribuiranno a intristire la sua vecchiaia già chiusa
e ipocondriaca.
1863
Il 21 dicembre "tra le otto e le nove di
sera" muore all'improvviso per un colpo apoplettico. Il 31 dicembre
il suo più caro amico; Francesco Spada, ne pubblica il necrologio sull'
"Osservatore romano". Il poeta è sepolto al Verano.
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