783 (780). LI DISCORZI
Li discorzi sò ccome le scerase,
Che ne pijji una e tte viè appresso er piatto.
Accusì li discorzi: uno è l'abbase
D'un antro, e un fatto t'arichiama un fatto.
Parlàmio de li frati der Riscatto:
Cuesto portò a l'editto su le case:
Sto discorzo annò ar zorcio: questo ar gatto:
Questo ar Governo, e ssempre ppiù sse spase.
Dar Governo passassimo ar zomaro:
Da questo ar Cardinale, e all'ombrellino
Rosso che ttiè ppe mmostra e ppe rripparo.
Dar rosso s'annò ar bianco: e 'r fornarino
Disse ch'er Papa bbianco è un mulinaro
Che ccerca de tirà ll'acqua ar mulino.
Roma, 18 gennaio 1833
Testo
ipertestualizzato completo di liste e concordanze delle parole
La numerazione dei sonetti è quella seguita da Roberto Vighi
(Giuseppe Gioachino Belli Poesie Romanesche - Libreria dello Stato
1988-1993).
La numerazione tra parentesi fa riferimento all'edizione Vigolo
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