I SONETTI DI GIUSEPPE GIOACHINO BELLI

615 (617). LE LINGUE DER MONNO

Sempre ho ssentito a ddì cche li paesi

Hanno oggnuno una lingua indifferente,

Che dda sciuchi l'impareno a l'ammente,

E la parleno poi per èsse intesi.

 

Sta lingua che ddich'io l'hanno uguarmente

Turchi, Spaggnoli, Moscoviti, Ingresi,

Burrini, Ricciaroli, Marinesi,

E Ffrascatani, e ttutte l'antre ggente.

 

Ma nnun c'è llingua come la romana

Pe ddì una cosa co ttanto divario,

Che ppare un magazzino de dogana.

 

Per essempio noi dimo ar cacatore,

Commido, stanziolino, nescessario,

Logo, ggesso, ladrina e mmonziggnore.

 

Roma, 16 dicembre 1832             Der medemo

 

Testo ipertestualizzato completo di liste e concordanze delle parole

La numerazione dei sonetti è quella seguita da Roberto Vighi
(Giuseppe Gioachino Belli Poesie Romanesche - Libreria dello Stato 1988-1993).
La numerazione tra parentesi fa riferimento all'edizione Vigolo